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Dolci tipici siracusani: un viaggio goloso tra storia e tradizione

La pasticceria siracusana è un'arte stratificata, un racconto dolce che intreccia le dominazioni e le culture che hanno plasmato la Sicilia. Non si tratta solo di ricette, ma di rituali che scandiscono le festività e la vita quotidiana. Dalla ricotta dei Greci al miele e agli agrumi degli Arabi, fino al cioccolato degli Spagnoli, ogni dolce è una pagina di storia da assaporare.

La granita: il rito della colazione estiva

A Siracusa la granita è una cosa seria, un sorbetto cremoso e vellutato. I gusti classici da non perdere sono limone, con l'acidità fragrante del Limone di Siracusa IGP; mandorla, dolce e lattiginosa, spesso "macchiata" con un goccio di caffè; e gelsi neri, un sapore intenso e selvatico. Va gustata rigorosamente con la "brioscia col tuppo", una brioche sofficissima il cui "tuppo" è perfetto per essere intinto. È la colazione dei campioni durante le calde mattine estive.

Il cannolo: l'emblema della sicilianità

Il segreto di un cannolo perfetto risiede nel contrasto sacro tra la scorza croccante e la crema vellutata. La scorza, o "scorcia", è una cialda fritta nello strutto, croccante e cosparsa di bolle. La crema è a base di ricotta di pecora freschissima, setacciata con pazienza e zucchero, arricchita da gocce di cioccolato fondente. La regola d'oro è la farcitura espressa: un vero cannolo viene riempito al momento dell'ordine per preservarne la fragranza. Diffidate di quelli già pronti in vetrina.

La cassata siracusana: eleganza e semplicità

Dimenticate la sfarzosa cassata palermitana. La versione siracusana è più sobria, un ritorno all'essenza. Si presenta come una torta a base di soffice Pan di Spagna, bagnato con uno sciroppo leggero (spesso al maraschino), che racchiude un cuore generoso di crema di ricotta e gocce di cioccolato. Il tutto è semplicemente ricoperto da una spolverata di zucchero a velo. È un dolce che celebra la qualità sublime degli ingredienti senza bisogno di orpelli.

La pasticceria alla mandorla: un'eredità araba

La mandorla è la regina indiscussa. La Frutta Martorana, a base di pasta reale, è un capolavoro di mimesi: dolcetti modellati e dipinti a mano per assomigliare a frutti e ortaggi. Le paste di mandorla, o "biscotti ricci", sono invece dei pasticcini morbidi dal cuore umido, un'esplosione di sapore mandorlato. Infine, gli ‘Nzuddi sono biscotti secchi e croccanti, arricchiti con mandorle intere e miele, tipici della festa di Ognissanti, perfetti da inzuppare in un vino passito.

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Ortigia in un giorno: itinerario a piedi tra vicoli e meraviglie

Scoprire l'essenza di Ortigia in una sola giornata è un'immersione totale in quasi tremila anni di storia. Questo itinerario è pensato per non perdere nessuno dei suoi tesori, passeggiando senza fretta tra vicoli bagnati dal sole e piazze monumentali.

Mattina (9:00 - 13:00): dal tempio al mercato, al cuore barocco

Iniziate dal Tempio di Apollo, le cui rovine monumentali vi accolgono all'ingresso dell'isola. Da lì, immergetevi nel vivace e colorato mercato di Ortigia: un'esperienza sensoriale tra le voci dei venditori (la famosa "abbanniata"), i profumi degli agrumi e i colori del pesce fresco. Proseguite verso Piazza Archimede e la sua Fontana di Diana. Da qui, una breve passeggiata vi conduce alla magnifica Piazza Duomo. Entrate nella Cattedrale per scoprire come un tempio greco dedicato ad Atena sia stato inglobato in una chiesa cristiana. Concludete la mattinata nella vicina Chiesa di Santa Lucia alla Badia per ammirare il capolavoro di Caravaggio, il "Seppellimento di Santa Lucia".

Pomeriggio (14:30 - 18:00): miti, fortezze e il soffio del mare

Dopo un pranzo leggero, magari con un panino gourmet dal mercato, dirigetevi verso la Fonte Aretusa, un luogo di una poesia unica, dove l'acqua dolce sgorga a pochi metri dal mare tra rigogliose piante di papiro. La passeggiata sul Lungomare Alfeo è d'obbligo, con la sua vista mozzafiato sul Porto Grande. Il percorso vi conduce fino alla punta estrema dell'isola, dominata dall'imponente Castello Maniace, una superba fortezza voluta da Federico II di Svevia. Visitate il suo interno e camminate sui suoi bastioni per sentirvi i guardiani dell'antico porto.

Sera (dalle 18:00 in poi): la magia della giudecca e il tramonto

Al calar della sera, esplorate l'antico quartiere ebraico, la Giudecca, con il suo labirinto di vicoli silenziosi e cortili nascosti. Qui si respira un'aria d'altri tempi. Concludete la giornata tornando sul Lungomare Alfeo per godervi un aperitivo mentre il sole tramonta. Per cena, l'isola offre un'infinita scelta di trattorie dove gustare il pesce fresco, il finale perfetto per una giornata memorabile.

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Siracusa sotterranea: un viaggio segreto tra ipogei e catacombe

Sotto le strade assolate di Siracusa si nasconde un mondo silenzioso e affascinante, una città sotterranea che racconta storie di fede, vita quotidiana e rifugio. Questo viaggio nel sottosuolo è un'esperienza unica per comprendere la complessa stratificazione storica della città.

L'ipogeo di piazza duomo

Proprio sotto la piazza principale di Ortigia si snoda un dedalo di gallerie che collegano la Cattedrale all'area del Foro Italico. Scavato in epoca greca come cava di pietra, questo ipogeo fu utilizzato come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Percorrerlo significa camminare attraverso cisterne, passaggi segreti e ampi saloni che evocano secoli di storia.

Il bagno ebraico (miqwè)

Nel cuore della Giudecca, a 18 metri di profondità, si trova uno dei più importanti bagni di purificazione ebraica d'Europa. Risalente al VI secolo, il Miqwè di Siracusa è un luogo di grande suggestione spirituale, alimentato da acqua sorgiva purissima. La sua scoperta, avvenuta per caso, ha riportato alla luce un pezzo fondamentale della storia della comunità ebraica siracusana.

Le catacombe di san giovanni

Appena fuori Ortigia, nel quartiere Akradina, si trova il complesso catacombale più vasto della Sicilia dopo quello di Roma. Le Catacombe di San Giovanni sono un'autentica città dei morti, con un reticolo di gallerie principali e secondarie (decumano e cardo) da cui si aprono migliaia di loculi e cappelle private (cubicula). La visita, guidata, è un'immersione profonda nella vita delle prime comunità cristiane di Siracusa.

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Le 5 piazze più belle di siracusa: guida agli angoli imperdibili

Le piazze di Siracusa sono palcoscenici a cielo aperto dove la storia, l'arte e la vita quotidiana si incontrano. Ecco una selezione delle cinque piazze che, più di altre, rappresentano l'anima della città.

  1. Piazza Duomo: Non è solo una piazza, è un abbraccio di calcare bianco e luce. Considerata una delle piazze barocche più belle d'Italia, è un'ellisse perfetta circondata da palazzi nobiliari, dal Palazzo del Municipio e, soprattutto, dalla magnifica Cattedrale. Di giorno abbaglia, di notte si trasforma in un salotto magico e silenzioso.
  2. Piazza Archimede: Il cuore pulsante di Ortigia. Questa piazza circolare è un compendio della storia architettonica della città, con edifici che vanno dal gotico al neoclassico. Al centro, la Fontana di Diana, opera del 1907, raffigura il mito di Aretusa trasformata in fonte dalla dea per sfuggire ad Alfeo.
  3. Piazza della Minerva: Tecnicamente parte di Piazza Duomo, questa "piazzetta" ha una sua identità precisa. È il lato lungo della Cattedrale, dove le possenti colonne doriche del tempio di Atena sono visibili, incastonate nel muro. Sedersi a un tavolino qui è come bere un caffè dentro 2500 anni di storia.
  4. Piazza San Rocco: Una piccola e autentica piazza nel cuore del quartiere della Graziella. Meno monumentale ma incredibilmente viva, è il luogo perfetto per osservare la vita locale, con le sue botteghe, i balconi fioriti e l'atmosfera genuinamente siracusana.
  5. Largo Aretusa: Più che una piazza, è una terrazza affacciata sul Porto Grande. Qui si trova la mitica Fonte Aretusa. È il luogo del passeggio serale, dove godersi un gelato o un aperitivo ammirando le barche e il profilo della città, in attesa di un tramonto spettacolare.
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Il parco archeologico della neapolis: cosa vedere oltre il teatro greco

Il Parco Archeologico della Neapolis è il cuore della Siracusa antica. Sebbene il suo monumento più celebre sia il Teatro Greco, il parco custodisce altri tesori straordinari che meritano una visita approfondita per comprendere la grandezza della città in epoca greca e romana.

Il teatro greco

Scavato direttamente nella roccia del colle Temenite, è uno dei più grandi e importanti teatri del mondo antico. Ancora oggi, in primavera, ospita il ciclo di rappresentazioni classiche, facendo rivivere le tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide. La vista dalla sommità della cavea è semplicemente spettacolare.

L'anfiteatro romano

Poco distante dal teatro si trova l'anfiteatro di epoca imperiale romana, utilizzato per i combattimenti dei gladiatori. Di forma ellittica e di dimensioni notevoli, è in gran parte scavato nella roccia. È affascinante notare la differenza strutturale e funzionale rispetto al vicino teatro, simbolo del passaggio dalla cultura greca a quella romana.

Le latomie del paradiso e l'orecchio di dionisio

Le latomie sono antiche cave di pietra, utilizzate anche come prigioni. Oggi sono un giardino lussureggiante e suggestivo. Al loro interno si apre la grotta più famosa: l'Orecchio di Dionisio. Alta 23 metri, deve il suo nome a Caravaggio per la sua forma a S e, soprattutto, per la sua straordinaria acustica, che secondo la leggenda permetteva al tiranno Dionisio di ascoltare i discorsi dei prigionieri.

L'ara di ierone II

Ciò che resta di questo immenso altare dedicato a Zeus Eleutherios è la sua base rocciosa, lunga quasi 200 metri. Si stima che qui potessero essere sacrificati contemporaneamente fino a 450 tori. Le sue dimensioni monumentali danno un'idea della magnificenza e della potenza della Siracusa del III secolo a.C.

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Ponte umbertino: la porta di ortigia tra storia e scorci fotografici

Più di un semplice collegamento, il Ponte Umbertino è la soglia monumentale che introduce alla magia di Ortigia. Attraversarlo non è solo un atto fisico, ma un passaggio simbolico dalla città moderna al cuore antico di Siracusa. Costruito alla fine dell'Ottocento, il ponte poggia su piloni che si immergono in un canale navigabile, offrendo scorci unici e memorabili.

Un palcoscenico sull'acqua

Fermarsi a metà del ponte significa godere di una prospettiva privilegiata. Da un lato, lo sguardo si apre sul Porto Piccolo, con le sue barche colorate ormeggiate e l'edificio storico della Dogana. Dall'altro lato, si ammira il Porto Grande, un anfiteatro d'acqua che ha visto passare navi greche, romane e bizantine. È il luogo perfetto per scattare fotografie, specialmente all'alba, quando la luce dipinge il cielo e l'acqua, e al tramonto, quando le luci della città iniziano a brillare.

Un luogo di incontro

Il Ponte Umbertino è un punto nevralgico della vita siracusana. È un flusso continuo di persone: turisti che entrano per la prima volta a Ortigia con occhi pieni di meraviglia, e siracusani che lo attraversano nella loro quotidianità. Sulle sue sponde si affacciano bar e ristoranti che lo rendono un luogo vivo a ogni ora del giorno e della notte. Attraversarlo a piedi, lentamente, è il primo passo per entrare in sintonia con i ritmi e l'anima dell'isola.

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Dal tempio di apollo al castello maniace: un tuffo nella storia di ortigia

Percorrere Ortigia dal suo ingresso fino alla punta estrema è come sfogliare un libro di storia. Questo itinerario lineare collega i due estremi cronologici e geografici dell'isola: il più antico tempio greco e la superba fortezza medievale, attraversando duemila anni di storia in poco più di un chilometro.

La partenza: le origini greche

Il nostro viaggio inizia al Tempio di Apollo (VI sec. a.C.). Osservare i suoi resti imponenti, trasformati nel corso dei secoli in chiesa bizantina, moschea araba e caserma spagnola, ci fa subito capire la densità storica di questo luogo. Da qui, ci addentriamo nel dedalo di vie che costituivano il nucleo della polis greca.

Il cuore dell'isola: l'epoca romana e barocca

Il percorso ci conduce naturalmente verso Piazza Duomo. Qui la storia si fa ancora più complessa. Ammiriamo come la Cattedrale Cristiana abbia letteralmente fagocitato il Tempio di Atena (V sec. a.C.), lasciandone le colonne a vista. È il simbolo perfetto della capacità di Siracusa di trasformare e conservare il proprio passato. I palazzi barocchi che circondano la piazza raccontano invece della rinascita dopo il terremoto del 1693.

La meta: il dominio svevo

Continuando a scendere verso sud, lungo il mare, l'atmosfera cambia. I vicoli si aprono su panorami marini e l'aria diventa più salmastra. La nostra destinazione finale è il Castello Maniace. Edificato per volere di Federico II di Svevia nel XIII secolo, questo capolavoro di architettura militare è un simbolo di potere e controllo. Varcare il suo portale significa entrare in un altro mondo, un bastione che per secoli ha difeso Siracusa dal mare. La vista dalle sue mura, che abbraccia l'intero Porto Grande, è la conclusione perfetta di questo viaggio nel tempo.

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Siracusa barocca: un percorso tra chiese e palazzi nascosti

Il devastante terremoto del 1693 rase al suolo gran parte della Sicilia orientale. Ma da quella tragedia nacque una straordinaria stagione di ricostruzione che ci ha regalato i capolavori del Barocco del Val di Noto, oggi Patrimonio UNESCO. Anche Siracusa, e in particolare Ortigia, fu trasformata da questo stile opulento, teatrale e luminoso.

Piazza duomo: l'epicentro del barocco

Il punto di partenza non può che essere Piazza Duomo. La facciata della Cattedrale, opera di Andrea Palma, è un trionfo di colonne, statue e movimento. Di fronte, il Palazzo Beneventano del Bosco, con il suo cortile scenografico, e accanto il Palazzo Vermexio (il Municipio), che mostra una curiosa fusione tra elementi rinascimentali e decorazioni barocche.

Chiese e monasteri

Poco distante, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia presenta una facciata elegante e un interno luminoso, pensato per esaltare la tela di Caravaggio. Addentrandosi nei vicoli, si scoprono altre perle come la Chiesa del Collegio dei Gesuiti, con la sua facciata imponente, e la Chiesa di San Giuseppe, vicino al quartiere della Giudecca, con la sua caratteristica scalinata.

I dettagli nascosti: balconi e mascheroni

Ma il barocco siracusano non è fatto solo di grandi monumenti. La vera scoperta è alzare lo sguardo e ammirare i dettagli dei palazzi nobiliari. Lungo Via della Maestranza o Via Vittorio Veneto, lasciati sorprendere dalle mensole dei balconi, scolpite con mascheroni grotteschi, putti, leoni e figure fantastiche. Ogni balcone racconta una storia, un capriccio del nobile committente, trasformando una semplice passeggiata in una caccia al tesoro.

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Guida ai mercati di siracusa: colori, sapori e voci del mercato di ortigia

Per assaporare l'anima più verace di Siracusa, non c'è luogo migliore del suo mercato storico. Il mercato di Ortigia, situato vicino al Tempio di Apollo, è un'esplosione di vita, un'esperienza sensoriale che cattura l'essenza della cultura siciliana. Non è solo un posto dove fare la spesa, ma un teatro a cielo aperto.

Un trionfo di colori e profumi

Passeggiando tra le bancarelle, sarete travolti dai colori vivaci della frutta e della verdura di stagione: i pomodori di Pachino, le melanzane viola intenso, i limoni profumatissimi. I banchi del pesce espongono il pescato del giorno, con tonni, pesci spada e gamberi che brillano sotto il sole. Sentirete il profumo delle spezie, dell'origano selvatico, dei formaggi locali come il pecorino e la ricotta fresca.

Le voci del mercato: l'abbanniata

A rendere unico il mercato è l'"abbanniata", il richiamo cantilenato dei venditori che pubblicizzano la loro merce. È una tradizione antica, una sorta di musica popolare che riempie l'aria, mescolandosi alle chiacchiere dei passanti e al rumore delle cassette di legno. È il suono autentico della città.

Street food e degustazioni

Il mercato non è solo da guardare, ma soprattutto da gustare. Fermatevi a uno dei caseifici per assaggiare un panino con la mozzarella fresca e i salumi locali. Lasciatevi tentare dai frutti di mare crudi, serviti al momento con una spruzzata di limone. E non perdete i famosi "coppi" di pesce fritto, lo street food perfetto per una pausa golosa. Il mercato è il luogo ideale per un pranzo informale, saporito e indimenticabile.

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I vini del siracusano: un tour tra cantine e vitigni autoctoni come il nero d'avola

La provincia di Siracusa è una terra dalla vocazione vinicola antichissima, dove il sole, il mare e un terreno fertile danno vita a vini unici e pieni di carattere. Un tour enologico in questa zona è un modo meraviglioso per scoprire il territorio e le sue eccellenze.

Nero d'avola: il principe dei rossi

Il vitigno più celebre è senza dubbio il Nero d'Avola, che proprio in queste terre, tra Avola e Pachino, ha la sua culla d'origine. Questo vino rosso è conosciuto per il suo colore rubino intenso, i profumi di frutta rossa matura, spezie e liquirizia, e un gusto caldo, robusto e avvolgente. È perfetto in abbinamento con carni rosse, formaggi stagionati e piatti saporiti della cucina siciliana.

Moscato di siracusa: una perla rara

Meno conosciuto ma di grandissimo pregio è il Moscato di Siracusa DOC, uno dei vini più antichi d'Italia. È un vino da dessert dolce, aromatico e dal colore dorato, con note intense di albicocca, agrumi canditi e miele. La sua produzione è limitata a una piccolissima area, rendendolo una vera e propria gemma enologica da ricercare e degustare.

Visitare le cantine

Molte cantine della zona, da quelle più grandi e moderne a quelle a conduzione familiare, offrono tour guidati e degustazioni. Visitare un'azienda vinicola significa passeggiare tra i filari, scoprire i segreti della vinificazione e, infine, assaggiare i vini direttamente dal produttore, spesso accompagnati da prodotti tipici locali. È un'esperienza che unisce il piacere del palato alla bellezza del paesaggio rurale siciliano.

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Street food a siracusa: le 7 specialità da assaggiare assolutamente

A Siracusa, il cibo di strada è una cosa seria. È un modo rapido, economico e delizioso per immergersi nei sapori autentici dell'isola. Ecco una guida alle specialità imperdibili da gustare passeggiando per i vicoli di Ortigia.

  1. L'Arancino: Il re indiscusso. A Siracusa è a punta, a forma di cono, per ricordare l'Etna. La versione classica è al ragù, ma non mancano varianti al burro (con prosciutto e mozzarella) o più creative. Croccante fuori, morbido e saporito dentro.
  2. Il Panino al Mercato: Un'istituzione. Andate al mercato di Ortigia da Caseificio Borderi e chiedete uno dei loro panini farciti al momento con formaggi freschi, salumi, pomodori secchi e una miriade di altri ingredienti. Un'esperienza più che un semplice panino.
  3. Il Cuoppo di Pesce Fritto: Un cono di carta pieno di calamari, gamberi e pesciolini fritti al momento. È il sapore del mare in versione take-away, perfetto da gustare mentre si passeggia sul lungomare.
  4. La Scaccia: Tipica della zona di Ragusa ma molto diffusa anche qui. È una sorta di focaccia sottile, ripiegata su sé stessa e farcita in vari modi, la più classica è con salsa di pomodoro e caciocavallo.
  5. La Cipollina: Una specialità catanese adottata con amore. È una sfoglia ripiena di cipolle stufate, salsa di pomodoro e mozzarella. Un sapore agrodolce irresistibile, ideale per colazione o per uno spuntino.
  6. La Vota Vota: Una specie di calzone sottile e croccante, cotto in padella o al forno. Il ripieno tradizionale è a base di verdure selvatiche (giri o asparagi) e salsiccia.
  7. La Granita con Brioche: La colazione estiva per eccellenza, ma anche una merenda rinfrescante. A Siracusa è cremosa e densa. I gusti classici sono limone, mandorla e caffè. L'abbinamento con la "brioscia col tuppo" è obbligatorio.
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Dove mangiare il pesce fresco a ortigia: dalle trattorie ai ristoranti sul mare

Essendo un'isola circondata dal mare, Ortigia è il luogo ideale per gustare una cucina a base di pesce freschissimo. L'offerta è vasta e adatta a tutte le tasche, dalle trattorie familiari ai ristoranti più eleganti. Ecco come orientarsi per un'esperienza culinaria memorabile.

Le trattorie nascoste

Per un'esperienza autentica, addentratevi nei vicoli più interni. Qui si nascondono piccole trattorie a conduzione familiare dove il menu cambia ogni giorno in base al pescato. Non aspettatevi ricette elaborate, ma la pura essenza del sapore: spaghetti con le vongole, zuppa di pesce, sarde a beccafico e pesce spada alla griglia. L'atmosfera è informale e i prezzi onesti.

I ristoranti sul lungomare

Se cercate un'atmosfera più romantica, i ristoranti del Lungomare Alfeo e del Foro Italico sono la scelta perfetta. Molti dispongono di terrazze e dehor con una vista spettacolare sul Porto Grande. Qui la cucina è spesso più raffinata, con crudi di mare, tartare e ricette che rivisitano la tradizione in chiave moderna. Cenare qui al tramonto è un'esperienza da non perdere.

Consigli per scegliere

Come riconoscere il posto giusto? Un buon indizio è un menu corto, segno che si lavora con prodotti freschi di giornata. Diffidate dei locali con "buttadentro" e menu fotografici troppo turistici. Un'altra buona regola è osservare dove vanno a mangiare i siracusani. Infine, non esitate a chiedere il "pescato del giorno" e lasciatevi consigliare dallo chef: è il modo migliore per assaggiare il vero sapore del Mediterraneo.

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L'oro verde di siracusa: alla scoperta del limone igp e dei suoi utilizzi

Quando si pensa a Siracusa, si pensa alla sua luce, al suo mare, alla sua storia. Ma c'è un altro elemento che definisce il paesaggio e il sapore di questa terra: il limone. Il Limone di Siracusa IGP (Indicazione Geografica Protetta) è un'eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, un vero e proprio "oro verde" per l'economia e la cultura locale.

Caratteristiche uniche

Cosa rende questo limone così speciale? Innanzitutto, è incredibilmente succoso (oltre il 34% di succo) e ricco di oli essenziali nella buccia, che lo rendono aromatico e profumatissimo. La varietà principale è il Femminello Siracusano, che ha la particolarità di fiorire più volte durante l'anno, garantendo una produzione quasi continua. La sua buccia edibile è perfetta per un'infinità di usi in cucina e in pasticceria.

In cucina e non solo

Il limone di Siracusa è un ingrediente versatile che esalta ogni piatto. Una semplice spremuta sul pesce fresco, la scorza grattugiata in un risotto o in una torta, il succo per preparare una bevanda rinfrescante. È l'ingrediente principe della granita, uno dei simboli della colazione siciliana. Ma è anche la base per produrre il limoncello, un liquore digestivo famoso in tutto il mondo. Il suo utilizzo va oltre la cucina: i suoi oli essenziali sono impiegati nell'industria cosmetica e profumiera.

Il paesaggio dei giardini di limoni

Viaggiare nell'entroterra siracusano significa immergersi nel paesaggio dei "giardini", come vengono chiamati qui i limoneti. Queste distese di alberi sempreverdi, carichi di frutti gialli e brillanti, sono uno spettacolo per gli occhi e per l'olfatto. Molte aziende agricole organizzano visite guidate e degustazioni, un'occasione per scoprire da vicino questo straordinario prodotto e la cultura che lo circonda.

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Archimede, il genio di siracusa: i luoghi e le invenzioni da scoprire in città

Siracusa è stata la patria di uno dei più grandi geni dell'antichità: Archimede. Matematico, fisico, ingegnere e inventore, le sue scoperte hanno plasmato il corso della scienza. Sebbene molti dei suoi luoghi siano andati perduti, la sua eredità è ancora viva in città e la sua figura leggendaria aleggia tra le antiche pietre.

Sulle tracce del genio

Sebbene non esista più la sua casa o il suo laboratorio, alcuni luoghi evocano la sua presenza. Il Parco Archeologico della Neapolis è il contesto in cui operò, difendendo la città con le sue macchine da guerra durante l'assedio romano. Passeggiare nel parco significa calpestare la stessa terra dove Archimede trovò ispirazione. Un altro luogo simbolo è la cosiddetta "Tomba di Archimede", una tomba di epoca romana scavata nella roccia, che la tradizione popolare ha associato al grande scienziato, sebbene gli storici siano scettici.

Il tecnoparco archimede

Per un'esperienza interattiva e adatta a tutta la famiglia, il Tecnoparco Archimede è una tappa obbligata. Qui sono state ricostruite a grandezza naturale molte delle sue geniali invenzioni: dalle leve alla vite idraulica, dalle macchine da guerra agli specchi ustori. È un modo divertente e istruttivo per comprendere la portata del suo ingegno e toccare con mano i principi fisici che scoprì.

L'eredità di un pensatore universale

Archimede non è solo una figura storica, ma un simbolo della creatività e dell'ingegno umano. La sua famosa esclamazione "Eureka!" ("ho trovato!") mentre scopriva il principio di galleggiamento è diventata sinonimo di illuminazione. Ricordare Archimede a Siracusa significa celebrare la curiosità e il potere della mente umana di superare ogni limite.

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Caravaggio a siracusa: la storia e i segreti del "seppellimento di santa lucia"

Nel 1608, in fuga da Malta, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, approdò a Siracusa. Qui, grazie all'aiuto dell'amico e pittore siracusano Mario Minniti, ottenne un'importante commissione dal Senato della città: una pala d'altare per la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. Il risultato fu un capolavoro assoluto, il "Seppellimento di Santa Lucia", un'opera che ha segnato per sempre la storia dell'arte.

Un'opera drammatica e rivoluzionaria

Il dipinto è sconvolgente. Caravaggio sceglie di non rappresentare il martirio, ma il momento successivo, la pietosa sepoltura. La scena è dominata da un'oscurità profonda, squarciata da una luce cruda e violenta che modella i corpi. In primo piano, due enormi seppellitori, con i loro muscoli tesi, sembrano schiacciare il fragile corpo della santa. Lo spazio vuoto e buio che sovrasta i personaggi accentua il senso di oppressione e di tragedia. L'artista utilizzò come modello per l'ambientazione una delle latomie siracusane, forse proprio l'Orecchio di Dionisio, legando indissolubilmente l'opera alla città.

Dove ammirare il capolavoro

Dopo un lungo e complesso restauro, l'opera ha avuto diverse collocazioni. Attualmente, il "Seppellimento di Santa Lucia" è esposto nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, in Piazza Duomo. Vedere il quadro dal vivo in questo contesto è un'esperienza emotiva intensa. L'allestimento permette di avvicinarsi all'opera e di coglierne ogni dettaglio, dalla pennellata rapida e nervosa all'incredibile resa psicologica dei personaggi.

L'eredità siracusana

Il breve ma intenso soggiorno siracusano fu fondamentale per l'ultima fase della produzione di Caravaggio. La drammaticità e la composizione spaziale del "Seppellimento" influenzeranno tutte le sue opere successive. Per Siracusa, custodire questo capolavoro significa avere un legame perenne con uno dei più grandi e tormentati maestri della pittura di tutti i tempi.

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La festa di santa lucia: tradizione, devozione e folclore della patrona di siracusa

Due volte l'anno, a dicembre e a maggio, Siracusa si ferma per celebrare la sua amata patrona, Santa Lucia. Più che una semplice ricorrenza religiosa, la festa è un evento totalizzante che mescola devozione profonda, tradizioni secolari e partecipazione popolare, offrendo uno spaccato unico della cultura e dell'identità siracusana.

13 dicembre: il giorno del martirio

Il 13 dicembre è il giorno clou. La mattina, il pesante simulacro argenteo della Santa, custodito nel Duomo, viene portato a spalla da 48 "berretti verdi" (i portatori) in una lentissima e commovente processione. Migliaia di devoti, molti dei quali a piedi nudi, seguono la statua per tutto il percorso, da Ortigia fino alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. La tradizione vuole che in questo giorno non si mangi pane né pasta, ma si consumino riso (arancini) e legumi, in ricordo di una carestia placata dall'intercessione della Santa.

L'ottava e il ritorno

La statua rimane esposta per otto giorni nella Basilica. Il 20 dicembre, giorno dell'Ottava, una seconda processione, altrettanto partecipata e suggestiva, riaccompagna il simulacro in Cattedrale. Questo secondo viaggio è reso ancora più spettacolare dal passaggio sul Ponte Umbertino e dai fuochi d'artificio che accolgono la Santa al suo rientro in Ortigia.

La festa di maggio: "santa lucia delle quaglie"

La prima domenica di maggio si celebra una seconda festa, più breve ma molto sentita, che ricorda il patrocinio della Santa durante una carestia. È conosciuta come la festa di "Santa Lucia delle Quaglie" perché, secondo la tradizione, l'arrivo di navi cariche di grano fu annunciato da uno stormo di quaglie. Assistere a una di queste processioni è un'esperienza intensa, che permette di entrare in contatto con l'anima più profonda e sincera della città.

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Miti e leggende di siracusa: da aretusa ad alfeo, i racconti che plasmano la città

Siracusa non è solo una città di storia, ma anche di mito. Le sue origini e i suoi luoghi più iconici sono intrecciati con racconti divini e leggende che ne arricchiscono il fascino. Conoscere questi miti significa guardare la città con occhi diversi, scoprendo un livello di significato più profondo.

Il mito di aretusa e alfeo

Il mito più famoso è senza dubbio quello della ninfa Aretusa. Per sfuggire al dio-fiume Alfeo, perdutamente innamorato di lei, Aretusa chiese aiuto alla dea Artemide, che la trasformò in una sorgente d'acqua dolce. Aretusa viaggiò sottoterra e sotto il mare, riemergendo sull'isola di Ortigia. Ma Alfeo, non volendosi arrendere, percorse lo stesso cammino e unì le sue acque a quelle dell'amata ninfa. Questo mito poetico spiega la presenza della Fonte Aretusa, uno specchio d'acqua dolce che sgorga a pochi passi dal mare, e simboleggia il legame indissolubile tra Siracusa e la sua madrepatria greca.

La leggenda di cianippe e ciane

Un altro racconto struggente è legato al fiume Ciane, l'unico luogo in Europa dove il papiro cresce spontaneamente. La leggenda narra che la ninfa Ciane tentò di impedire il rapimento di Persefone da parte di Ade, il dio degli inferi. Per punirla, Ade la trasformò in una doppia sorgente dalle acque color turchino (cyanos, in greco). Il giovane fidanzato della ninfa, Cianippe, vedendo la trasformazione, si lasciò morire di dolore nelle stesse acque. È un mito che parla di amore, sacrificio e del profondo legame tra la città e le sue acque.

L'eco di dionisio

Anche la famosa grotta nota come Orecchio di Dionisio è avvolta nella leggenda. Si narra che il tiranno Dionisio usasse la straordinaria acustica della cava per ascoltare, non visto, i discorsi dei suoi prigionieri, sventando così complotti e rivolte. Sebbene sia una leggenda, essa descrive perfettamente l'atmosfera di sospetto e potere che caratterizzava la corte del tiranno.

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Il papiro di siracusa: una tradizione millenaria lungo il fiume ciane

Una delle peculiarità botaniche e culturali più affascinanti di Siracusa è la presenza spontanea del papiro (Cyperus papyrus). Insieme alla Fonte Aretusa, le rive del fiume Ciane sono l'unico luogo in Europa dove questa pianta, originaria dell'Egitto, cresce rigogliosa da millenni. Questa tradizione ha dato vita a un'arte unica: la produzione della carta papiro.

Un ecosistema unico: la riserva del fiume ciane

Una gita in barca lungo il fiume Ciane è un'esperienza immersiva. Si naviga lentamente su acque color smeraldo, circondati da una fittissima vegetazione di papiri che possono raggiungere i 4-5 metri di altezza, creando una sorta di galleria naturale. La riserva naturale "Fiume Ciane e Saline di Siracusa" protegge questo ecosistema fragile e prezioso, un angolo d'Egitto nel cuore del Mediterraneo.

L'arte della carta papiro

La lavorazione del papiro, un'arte che si credeva perduta, fu riscoperta a Siracusa alla fine del Settecento. Il processo è complesso e affascinante. Il fusto della pianta viene tagliato in strisce sottili, che vengono poi immerse in acqua, pressate e incrociate tra loro. L'essiccazione finale dà vita al foglio di papiro, riconoscibile per la sua texture unica. A Ortigia, è possibile visitare diversi laboratori artigianali dove i maestri "papirologi" mostrano le varie fasi della lavorazione e vendono i loro manufatti, spesso decorati con riproduzioni di arte antica.

Un souvenir di cultura

Acquistare un papiro a Siracusa non significa solo comprare un souvenir, ma portare con sé un pezzo di storia e di una tradizione artigianale che lega la città alle più grandi civiltà del passato. È un simbolo della ricchezza culturale e naturale di questo angolo di Sicilia.

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Le spiagge più belle vicino a siracusa: guida completa da fontane bianche a calamosche

La costa siracusana offre una varietà incredibile di spiagge e baie, capaci di soddisfare ogni desiderio: dalla sabbia fine e dorata alle scogliere selvagge, dalle spiagge attrezzate a calette incontaminate. Ecco una guida per orientarsi tra i gioielli del litorale.

Per la comodità: fontane bianche e arenella

A pochi chilometri dalla città, Fontane Bianche è la spiaggia più famosa e frequentata. Caratterizzata da sabbia bianca e finissima e da un fondale che digrada dolcemente, è perfetta per le famiglie. Offre numerosi lidi attrezzati, bar e ristoranti. Simile ma leggermente più tranquilla è la spiaggia dell'Arenella, un'altra ottima opzione per chi cerca comfort e servizi.

Per la natura selvaggia: la riserva di vendicari

Per chi ama la natura, la Riserva di Vendicari è un paradiso. Al suo interno si trovano alcune delle spiagge più belle della Sicilia. Calamosche, raggiungibile con una camminata di circa 20 minuti, è una caletta iconica, un semicerchio di sabbia protetto da due promontori rocciosi, con un mare calmo e cristallino. Più a sud, la lunga spiaggia di Vendicari offre una vista sulla vecchia tonnara e sugli stagni dove è possibile fare birdwatching. Infine, San Lorenzo, al confine sud della riserva, offre sia lidi attrezzati che ampie zone di spiaggia libera con un mare caraibico.

Per lo snorkeling: il plemmirio e la pillirina

L'Area Marina Protetta del Plemmirio, a sud di Siracusa, è il regno degli amanti dello snorkeling e delle immersioni. È una costa prevalentemente rocciosa, con accessi al mare che si aprono su fondali ricchi di vita. La spiaggia più nota è quella della Pillirina, una baia sabbiosa incastonata nella scogliera, legata a una romantica leggenda locale e raggiungibile a piedi.

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La riserva naturale di plemmirio: snorkeling e trekking sulla costa siracusana

A pochi minuti d'auto da Siracusa si estende un tratto di costa di straordinaria bellezza: l'Area Marina Protetta del Plemmirio. Istituita per proteggere la ricca biodiversità dei suoi fondali, la riserva è un paradiso per gli amanti del mare, dello snorkeling, delle immersioni e del trekking.

Un mare da esplorare

I fondali del Plemmirio sono un museo sommerso. Qui si trovano praterie di posidonia, grotte sottomarine e una fauna ittica abbondante, che include cernie, saraghi e, con un po' di fortuna, anche tonni di passaggio. Grazie alle acque limpide, anche con una semplice maschera è possibile ammirare un mondo colorato e pieno di vita. Numerosi diving center organizzano immersioni guidate per esplorare i siti più suggestivi, dove non è raro imbattersi in reperti archeologici di epoca greco-romana.

Sentieri a picco sul mare

Il Plemmirio non è solo mare. Un sentiero ben segnalato, noto come il "Sentiero della Maddalena", percorre tutta la penisola offrendo scorci mozzafiato. Camminare qui significa essere immersi nei profumi della macchia mediterranea, tra palme nane, agavi e capperi selvatici. Il percorso collega i diversi "varchi", ovvero gli accessi al mare, permettendo di alternare il trekking a un bagno rinfrescante. Il punto più iconico è il faro di Capo Murro di Porco, un luogo suggestivo e battuto dai venti.

La spiaggia della pillirina

All'interno della riserva si trova anche una delle baie più amate dai siracusani, la spiaggia della Pillirina. Raggiungibile tramite un sentiero sterrato, questa piccola spiaggia di sabbia dorata è incastonata tra due falesie rocciose. È il luogo ideale per rilassarsi in un contesto naturale incontaminato, lontano dalla folla delle spiagge più attrezzate.

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Escursione a pantalica: un tuffo nella natura e nella preistoria

Nell'entroterra siracusano, tra i comuni di Sortino e Ferla, si trova un luogo magico e sospeso nel tempo: la Necropoli Rupestre di Pantalica. Dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO insieme a Siracusa, è un sito che unisce in modo spettacolare archeologia preistorica e un paesaggio naturalistico mozzafiato.

La necropoli: un cimitero preistorico

Pantalica è la più grande necropoli d'Europa, con oltre 5.000 tombe a "grotticella artificiale" scavate nelle pareti a strapiombo di un profondo canyon. Queste tombe, risalenti a un periodo compreso tra il XIII e il VII secolo a.C., creano un paesaggio unico, quasi da alveare. Esplorare i sentieri che si snodano tra le necropoli (Nord, di Filiporto, della Cavetta) è come fare un viaggio indietro nel tempo, alle origini della civiltà siciliana.

Il canyon e i fiumi

Il sito è immerso nella Riserva Naturale "Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande". Il paesaggio è dominato dal profondo canyon scavato nel corso di millenni da due fiumi, l'Anapo e il Calcinara, che si incontrano proprio qui. I sentieri permettono di scendere fino al letto dei fiumi, dove è possibile fare un bagno rigenerante in laghetti e pozze d'acqua gelida e cristallina. L'escursione è un'esperienza totalizzante, che alterna il trekking sotto il sole a momenti di puro relax nella natura.

Come visitare pantalica

L'accesso principale al sito è dal lato di Ferla (località Sella di Filiporto) o dal lato di Sortino. È consigliabile indossare scarpe comode da trekking, portare con sé acqua in abbondanza e un costume da bagno. La visita richiede almeno mezza giornata. L'assenza di servizi all'interno della riserva contribuisce a mantenere il suo fascino selvaggio e incontaminato, ma richiede un po' di preparazione prima della partenza.

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Marzamemi e portopalo: gita in giornata nel cuore della sicilia sud-orientale

Nella punta più a sud della Sicilia, a circa un'ora di auto da Siracusa, si trovano due borghi marinari che hanno conservato un fascino autentico e irresistibile: Marzamemi e Portopalo di Capo Passero. Una gita in giornata qui è un'immersione in atmosfere mediterranee, sapori di mare e paesaggi costieri indimenticabili.

Marzamemi: il fascino della tonnara

Marzamemi è un gioiello. Il suo cuore è la Piazza Regina Margherita, un cortile antico e polveroso su cui si affacciano la vecchia tonnara, il Palazzo del Principe di Villadorata e le casette dei pescatori, oggi trasformate in boutique, botteghe artigianali e ristorantini suggestivi. L'atmosfera è magica, specialmente la sera, quando la piazza si illumina e si riempie di vita. Marzamemi è famosa per la lavorazione dei prodotti ittici: non andate via senza aver assaggiato la bottarga di tonno, il mosciame o la ventresca.

Portopalo e l'isola di capo passero

A pochi chilometri di distanza, Portopalo di Capo Passero è il comune più a sud d'Italia (isole escluse). È un borgo di pescatori più grande e vissuto, con un porto vivace e un'atmosfera verace. La sua attrazione principale è l'Isola di Capo Passero, situata proprio di fronte al paese e raggiungibile a piedi con la bassa mdea o con piccole imbarcazioni. Sull'isola si trovano un'antica fortezza spagnola e una natura selvaggia. Poco più a ovest, si trova la suggestiva Isola delle Correnti, il punto dove si incontrano, simbolicamente, il Mar Ionio e il Mar Mediterraneo.

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Noto, capitale del barocco: come arrivare e cosa vedere da siracusa

A soli 30 chilometri da Siracusa sorge Noto, unanimemente considerata la capitale del Barocco siciliano e uno dei gioielli del Val di Noto, Patrimonio UNESCO. Una visita a Noto è un'esperienza estetica abbagliante, un tuffo in una scenografia urbana di rara bellezza.

Un "giardino di pietra"

Distrutta dal terremoto del 1693, Noto fu interamente ricostruita su un nuovo sito, seguendo un impianto urbanistico moderno e scenografico. Il materiale scelto fu la pietra calcarea locale, tenera e compatta, che con il tempo ha assunto un colore dorato-rosato che si accende di riflessi magici al tramonto. Per questo Noto è stata definita un "giardino di pietra".

Itinerario a piedi nel centro storico

La visita si concentra lungo il Corso Vittorio Emanuele. Si entra dalla monumentale Porta Reale e si incontrano in successione tre piazze spettacolari. La prima ospita la Chiesa di San Francesco all'Immacolata con la sua imponente scalinata. Proseguendo, si arriva al cuore della città, la Piazza del Municipio, dove si fronteggiano la Cattedrale di San Nicolò, con la sua maestosa scalinata, e il Palazzo Ducezio, sede del comune. Poco più avanti, si incontra la Chiesa di San Domenico, capolavoro di Rosario Gagliardi. Non perdete una visita a Palazzo Nicolaci di Villadorata, celebre per i suoi balconi sorretti da mensole grottesche raffiguranti putti, leoni e sirene.

Come arrivare da siracusa

Raggiungere Noto da Siracusa è molto semplice. In auto, si percorre l'autostrada A18 in direzione sud con uscita Noto (circa 30 minuti). Esistono anche frequenti collegamenti con autobus di linea (AST e Interbus) che partono dal terminal bus di Siracusa e arrivano nel centro di Noto, rappresentando un'ottima alternativa per chi non dispone di un'auto.

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